Dopo un ottobre più estivo che autunnale, i media stanno “accendendo l’attenzione” sui danni che stanno procurando i venti forti e le piogge con tutto quello che ne consegue dal punto di vista delle ricadute del meteo sui centri abitati. Mentre scrivo (il 30 ottobre), San Marino è sferzata dai soffi poderosi di Eolo: gli alberi fischiano, qualche ramo è caduto a terra, i tetti delle case perdono qualche pezzo.
Spesso e volentieri ci chiedono se i rifiuti derivati dai sistemi fotovoltaici sono o non sono recuperabili. La mia risposta è sì: al 98%. Dai pannelli per esempio, soprattutto quelli di ultima generazione, si possono recuperare senza problemi i materiali preziosi che li compongono ma anche l’intero impianto, quindi il rame, il cablaggio, la parte elettronica, i trasformatori e i condensatori ma anche le batterie, il gel o il piombogel. A grandi linee quindi, giusto per non dire “al 100%” perché qualcosa viene comunque scartato (alcune plastiche, più o meno il 2%), tutti i rifiuti sono recuperabili. Un pannello difatti è fatto da diversi materiali, quasi sempre non pericolosi: al loro interno si trovano anche l’alluminio, il vetro e i polimeri.
novembre 2024 | ||||||
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